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IL RAPPORTO OLFATTIVO E TATTILE DEGLI EBREI COL SANGUE

Tutti i quattrocento rabbini1 giurano che “agli ebreiè vietato assaggiare” non solo il sangue umano, ma anche quello di animali

Ciò è fin troppo chiaro, dato che nella Bibbia è scritto «non assaggiate sangue di nessun genere» e per di più con l’aggiunta a cui tutti dobbiamo prestare attenzione: «in quanto il sangue è anima». «Non assaggiate il sangue, perchè è sacro»: questa è la traduzione. Perciò in nessun tipo di alimento degli ebrei ci può essere traccia di sangue, né umano né di altro genere. È fuori questione.

È un nonsenso e semplicemente non c’è, perchè va contro allo stile della fede, del culto e del “segreto”.

Per contro, il concetto per cui “il sangue è anima” costituisce uno dei grandi “Segreti” della Bibbia che gli ebrei celarono a tutti i popoli, quando questi ne facevano scorrere copiosamente (soprattutto gli assiri). Non solo la guerra, ma anche la caccia è quasi vietata agli ebrei, sia dalla religione che dalla legge. Vedere un ebreo armato di fucile, appostato in un bosco in attesa di un croccolone2, è uno spettacolo inaudito e ridicolo, come il vederne uno in sella a un cavallo che brandisce una sciabola. Solo immaginarlo è ridicolo, impossibile ed illecito. Nella sua essenza il giudeo è una donnetta3 (vecchia) a cui “non si addice” niente che sia mascolino. Gli ebrei “sono picchiati” come lo sono le “donnette”, con lo stesso disprezzo, lo stesso divertimento e le stesse risa, come se fosse qualcosa “che ha di per sé un senso” e “che è previsto”… In segreto io penso perfino che in realtà non odiano essere picchiati e fanno solo finta di “protestare”,

scimmiottando gli uomini e gli europei oppure fingendosi uomini ed europei. «Le percosse dalla persona amata non fanno male a lungo» e comunque essi non scappano mai da “chi li picchia”…«Brucia piacevolmente»… in genere qui si tratta di sadismo “delle dolci piaghe”. I profeti predissero loro: «Sarete ulcerosi e sofferenti» ed è questo il significato letterale degli avvenimenti di Kišinev4 e Białystok5, di quelli inglesi e di quelli antichi dei cosacchi. Ma le “donnette” hanno le proprie maniere che le distinguono dagli uomini e talvolta sono timide. Se io chiedessi a tutti i rabbini: «Non hanno gli ebrei — e non solo loro, ma anche lo stesso “Dio” del giudaismo — una qualche relazione positiva con il sangue umano, una qualche attrazione nei confronti del sangue, tanto che si turberebbero, si imbarazzerebbero, comincerebbero a gemere, in piedi, immobili, nel rendersi conto di avere a che fare con il loro principale segreto?». Questo è il grande “enigma” dei giudei: «Noi amiamo il sangue». Enigma che doveva essere “celato ai popoli”, con i vari «in silenzio», «non guardate», «non leggete» e soprattutto «non indovinate». La Bibbia è piena di narrazioni implicite… Tutti lo confermano, perfino gli ebrei. Rembrandt ed altri pittori dipingono come Dio non permise ad Abramo di portare a termine il sacrificio del figlio, “l’olocausto”. Quello che è chiaro, è costituito dalle “lettere consonanti” che sono visibili.

Ma ci sono le vocali, che essendo invisibili sono sottintese. Nessuno ha prestato attenzione al fatto che quello che avvenne subito dopo fu l’incompleto (solo) sacrificio del figlio. Ricordiamoci che Dio nella Bibbia è sempre chiamato “fuoco”: «Io sono il fuoco che divora» dice Dio di Se stesso. Appena gli portarono l’adolescente, questo “Dio-fuoco” si alzò, lo lambì e si ritirò o, più esattamente, accontendandosi di un agnello comandò di mettere da parte il ragazzo. Rembrandt e gli altri, colpiti dalla bellezza, dal valore e dall’espressività di questo evento, non hanno notato le parole che vi stanno dietro che non si possono non deinire come “un’avida toccata alla vittima”:

«Io giuro per me stesso (che ardore! Un simile tono non si ritrova da nessuna parte!!) che, siccome tu hai fatto questo e non Mi hai rifiutato il tuo figliolo, l’unico tuo (che tenerezza!), Io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle nel cielo e come la sabbia sulla riva del mare; e la tua progenie possiederà le città dei tuoi nemici; e tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla Mia voce ( Di chiamata? Di richiesta? Di brama?)».

Ecco a cosa bisogna prestare attenzione, non a quello che sta davanti al quadro, en face, sulla sporgenza. Dicono «non giocare col fuoco», «c’è qualcosa di vivo nel fuoco». Provate ad avvicinare un ramoscello alle fiamme del fuoco, senza toccarlo, vedrete che queste si allungano come una lingua, diventano un lungo focolare, un nastro affilato che vuole lambire il ramoscello. Ma voi lo tirate indietro, così non succede niente, il ramoscello è integro, l’adolescente è integro, Isacco è vivo. Ma nonostante questa “integrità” e “vitalità” sarebbe assurdo dedurre che tra il fuoco e il ramoscello non ci sia nessuna attrazione e allo stesso modo, che tra “l’impenetrabile” Geova giudeo ed il sangue adolescente — proprio adolescente o infantile, innocente e puro — non ci sia una qualche oscura attrazione. Gli stranieri sono ingannati dal fatto che il sacrificio di Isacco non è stato completato (ai loro occhi). Con le parole successive è detto (sottovoce alla prole di Abramo) che il suo angelo custode in tutta la storia “ama proprio quella cosa lì” …

Questa “donnetta dell’Est” è terribile! Un aspetto spaventoso che Rembrandt non ha dipinto: un uomo, un ragazzo, un figlio che porta la legna per sé (che dettagli!), che prega il padre di legargli le mani per non dibattersi durante il sacrificio per non offendere Dio anche solo con l’apparenza di stare resistendo (commento del Talmud su questa scena). …Che ardore…che isterismo: «allontanalo», «non occorre», «dammi solo l’agnello», e ancora… «sei benedetto per questo», «ti sommergerò di onorificenze per questo».

Ma “per questo” che cosa?!!

Egli aveva promesso il figlio e lo aveva già avvicinato al fuoco, “nel quale c’è l’Io” («Io sono il fuoco che arde»)…

Il cibo: il cibo è semplice, rozzo, il cibo è terreno. “Nei cieli” il sangue si annusa solamente, mentre sulla terra dall’annusare a volte scaturisce la follia.

* * *

Io chiedo ai rabbini: non hanno gli ebrei — e più importante, non hanno gli stessi rabbini, non quelli “ufficiali, mandati innanzi, ma quelli che si trovano alle loro spalle, i veri rabbini un positivo rapporto olfattivo e tattile col sangue, generalmente di ogni tipo, ma nello specifico con quello umano?

L’anima dell’ebreo geme: non può dire «no!»… Non osano (gli ebrei). «Non osiamo» (i rabbini).

È fin troppo chiaro: chi può attribuire a Dio nella “Sacra Scrittura” ciò di cui egli stesso non dispone? I cristiani sono miti e il loro Dio è “mite di cuore”, ma se il Dio di Israele ama “annusare l’odore dei sacrifici” (letteralmente nella Bibbia), allora gli ebrei davvero non lo amano?!

Il pellegrino è Dio” e viceversa, “secondo il legame”, “secondo l’insegnamento”, “Dio è il pellegrino”.

Chiaro!

Ed è chiara anche la conclusione: “nel sangue” c’è “l’anima”, lo spirito, la vita e chi è che “non ama l’anima umana”?! Appena la segretezza e il pensiero occulto hanno unito “l’anima” con “il sangue”, così anche l’annusarlo, il toccarlo ed ogni tipo di rapporto con esso è passato da “far ribrezzo e disgusto” ad “essere delizioso ed affascinante”.

Osservate tutte le “messe” ebraiche, che non hanno niente della nostra spiritualità cristiana, con le nostre “litanie” etc. …

È vero, anche là si cantano i salmi, ma non pensate che sia fatto con i nostri stessi toni sommessi e scorrevoli! Essi suonavano delle lunghe trombe d’argento ed in mezzo alla chiesa, dal grappolo d’uva d’oro appeso al soffitto (donazione), così enorme che neanche una decina di sacerdoti riuscivano a sollevarlo, fluiva e gocciolava il sangue, continuamente ed incessantemente, sempre diviso in rivoli e goccioline, per una maggiore esalazione ed un più intenso aroma. L’espressione del Cantico dei Cantici è «Il tuo nome è dolce come olio santo versato» (letteralmente: «come olio santo versato da vaso a vaso») ed è una norma di tutta la “messa”, innanzitutto resa aromatica dal sangue. Per noi sarebbe disgustosamente aromatica, ma “ciò che è morte per il tedesco è salute per il russo”6, come “ciò che è puzza per il cristiano è delizia per l’ebreo”. Osservate i loro nasi grandi e severi: non sono come i nostri piccoli nasi “a patatina”, sono una specie di utero olfattivo. Osservate le loro labbra grasse e carnose. Il loro gusto ed il loro olfatto sono completamente diversi da quelli dei cristiani, come sono diverse le maniere e l’andatura. Noi siamo tutti un tantino “ungulati”, ingenui, semplici, rumorosi, aperti, “acquosi” e “pascoliamo nei campi”, in lungo e in largo. Gli ebrei camminano vicino a mandrie straniere, sempre in ordine sparso, in modo caotico, dappertutto e, come tutti i rapaci, essi non si muovono in branco. “Non trasportano acqua”, sono sazi…

Serpeggiano sulla Terra, si nascondono tra i canneti, si ripiegano su se stessi, sono notturni, scompaiono… le loro gambe o zampe non terminano con uno zoccolo.

Sono paurosi. I gatti sono paurosi!

Ad ogni modo questo “codardo” ama il sangue.

La donnetta insanguinata” d’Oriente: qui è questione di nervi, di dottrina e di istinti irrefrenabili. Nessuna colpa, solo sospiri. Angoscia dei popoli, destino dei popoli. «E cosa ci puoi fare se vicino al grande bufalo che pascola c’è un piccolo giaguaro, se vicino all’alce c’è una lince?», «cosa ci si può fare se al mondo ci sono in generale animali ungulati, ma anche animali con grossi artigli? se ci sono le larvette, ma anche gli uccelli che le beccano?… Destino, rassegnazione e pazienza. Rassegnazione e cupo silenzio. Perchè nel mondo c’è creazione e vita, ma anche morte?

Idillio e tragedia?

Nessuno lo capisce. Gli ebrei tacciono riguardo alla loro strana vocazione. L’uomo va sulla Terra per realizzare la sua vita, non per capirne qualcosa. «Rassegnazione alla volontà di Dio», come è scritto nella Bibbia — ci ripetiamo con perseveranza — e non come “antifona”, ma come vera e propria “favola della vita”, una triste ed interminabile storia. Tutto ciò si ritrova anche nei “Segreti” di Israele.

E’ la preghiera della mitezza celebrata nei salmi, apparsa per la prima volta con gli ebrei. Non si ritrova in Omero, non si ritrova da nessuna parte presso i popoli che non hanno segreti. È apparsa proprio con quel popolo misterioso che ama annusare il sangue. «Il sangue è vita» e la preghiera è l’essenza della vita. Ma è di nuovo uno di quei terribili segreti che dovevano essere occultati. E dico proprio — che dovevano essere occultati — . Perchè far sapere agli uomini cosa è che può offuscare la ragione?

Dio è invisibile? — Sì! — E nella Bibbia? — Invisibile! Molto bene, ma secondo quale legge mentale, secondo quale legge del cuore, secondo quale legge che è anche spirituale, gli ebrei forniscono “ad un Dio invisibile” delle narici?!!

L’espressione della Bibbia è «il vapore dalle narici di Lui». Egli non ha viso, non ha niente, neppure la testa… “ma ha le narici?”.. L’ebreo pensa, tace ostinatamente, tace a lungo e bisbiglia: «Dio ha le narici» e «dato che io stesso nella preghiera e nell’estasi non potrei gustare la parte più dolce senza narici, non posso privare Dio di ciò di cui io stesso vivo, mi rianimo e mi entusiasmo…»

La Bibbia dice esplicitamente che Dio percepisce le preghiere umane per mezzo dell’olfatto… Di nuovo: «tieni in Segreto». Adesso possiamo affermare o no che tipo di inclinazione hanno gli ebrei?!

1911/1913

1 Si riferisce alle dichiarazioni fatte da quattrocento rabbini russi. (n.d.t)

2 Uccello della famiglia caradridi. (n.d.t)

3

4 L’odierna Chišinau, capitale della Moldavia, prima capitale della Bessarabia, provincia dell’Impero russo. Tra il 19 e il 21 aprile del 1903 e tra il 19 e il 21 ottobre del 1905 vi avvennero delle sollevazioni popolari contro la popolazione ebraica, conosciute come i “pogromy di Kišinev. il giornale più popolare era il Bessarabec, edito in russo dall’antisemita Pavel Kruševan, in cui venivano pubblicati regolarmente articoli in cui si esortava la ribellione e la lotta contro gli ebrei. La situazione peggiorò quando nel 1905 fu trovato il cadavere di un ragazzino cristiano e quando una ragazza si suicidò e fu dichiarata morta in un ospedale ebraico, perchè il Bessabarec insinuò che entrambi fossero stati uccisi dagli ebrei per utilizzarne il sangue, rivendicando così “l’accusa del sangue „, tipico ideologema dell’antisemitismo. Durante la prima sommossa quarantasette ebrei furono uccisi, novantadue gravemente feriti, cinquecento lievemente feriti e più di settecento case e proprietà furono distrutte. Nel secondo pogrom diciannove furono uccisi e cinquantasei feriti.

5 Città polacca capoluogo del Voivodato della Podlachia, situata nel nord-est del paese. All’inizio del XX secolo era una città con una popolazione prevalentemente ebraica. Il 14 giugno del 1906 ebbero luogo due processioni cristiane, una cattolica ed una ortodossa, in cui rispettivamente fu tirata una bomba e sparati dei colpa d’arma da fuoco. Di questi attentati furono accusati gli ebrei e nei giorni seguenti tra gli ottantuno e gli ottantotto ebrei furono uccisi e circa ottanta furono feriti, in quello che è conosciuto come il “pogrom di Białystok .(n.d.t)

6 Proverbio russo che in italiano non ha un equivalente diretto, il cui senso è “ciò che giova ad uno, può nuocere ad un altro”. In inglese l’equivalente del proverbio russo è “one man’s meat is another man’s poison” (letteralmente: “ciò che è carne per un uomo, è veleno per un altro uomo”) (n.d.t)

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